La musica ci regala sensazioni, spesso ci rilassa, ci scarica, a volte ci motiva come dei Rocky Balboa; ma c’è un nesso tra la scelta dei brani musicali e le prestazioni ?
A quanto pare, si !
I primi studi sul tema risalgono alla fine degli anni ’90, già nel 1997 Karageorghis & Terry sottolineavano come in alcuni momenti della competizione la musica ha la capacità di suscitare un piccolo ma significativo effetto sulla performance, oltre ad essere il compagno ideale per l’allenamento.
La ricerca scientifica sviluppatasi successivamente ha individuato 5 punti chiave in cui la musica può influenzare la performance (sia in preparazione che in competizione): dissociazione, controllo dell’eccitazione, acquisizione di abilità motoria, raggiungimento della trance agonistica e sincronizzazione.
1. Dissociazione
Durante gli esercizi “submassimali” la musica può limitare l’attenzione e a sua volta distogliere la mente dalle sensazioni di fatica. Questa tecnica diversiva, che in psicopatologia e psichiatria è detta dissociazione, abbassa la percezione degli sforzi. Ad alte intensità (o in allenamenti anaerobici) la percezione della fatica con i suoi meccanismi fisiologici (ad esempio l’alta frequenza respiratoria e l’accumulo di lattato nel sangue) supera l’impatto della musica. (T.Atan 2013)
2. Controllo dell’eccitazione
La musica altera l’eccitazione psicologica ed emotiva e perciò può essere utilizzata prima dell’allenamento o della competizione come stimolante o come calmante (ad esempio per stati d’ansia) per l’atleta (Bishop et al. 2007) incoraggiando il raggiungimento dello stato mentale ottimale.
3. Acquisizione di abilità motorie
La musica può avere un impatto molto positivo sull’acquisizione della abilità motorie. In particolare nei bambini (o comunque nei più giovani) la musica accompagnata al gioco o alla danza offre l’opportunità di esplorare nuovi modi di muoversi e di migliorare la coordinazione. Nonostante non si trovino dati nella letteratura più recente, alcune “vecchie” ricerche (Chen, 1985; Spilthoom, 1986) hanno mostrato che la controllata applicazione di musica selezionata può avere degli effetti positivi sui movimenti “stilistici” dello sport.
4. Raggiungimento della trance agonistica
Gli studi riguardanti gli effetti della musica sullo stato motivazionale portano a pensare che la musica possa aiutare a raggiungere lo stato di trance agonistica (flusso in psicologia, in inglese “flow” o “zone”). Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che la musica può promuovere lo stato di trance. In particolare Pates, Karageorghis, Fryer e Maynard (2003) in uno studio sugli effetti della musica “pre-task” (prima dell’attività) su delle giocatrici di netball rilevarono miglioramenti sia sulla percezione del “flow” che sulle prestazioni delle atlete. I ricercatori conclusero che l’intervento della musica (scelta dalle atlete) e del loro immaginario possono aver migliorato la performance atletica innescando emozioni e processi cognitivi collegati al raggiungimento della trance agonistica. Un altro studio (Karageorghis e Deeth, 2002) ha esaminato gli effetti della “musica motivazionale” durante l’allenamento analizzando gli stadi della trance agonistica tramite i fattori indicati dalla “Flow State Scale”. Rispetto ad una condizione senza musica, o in condizioni di musica neutra (non motivazionale), gli individui con musica motivazionale hanno riportato un aumento di molti dei fattori indicati dalla FSS.
Altri studi (Elliot, Carr e Savage, 2004) attribuiscono alla musica motivazionale effetti non del tutto positivi come un aumento considerevole dell’eccitazione e della stanchezza.
5. Sincronizzazione
La ricerca ha dimostrato come la sincronizzazione della musica nei suoi elementi ritmici (battiti e tempo) con movimenti ripetitivi nel tempo, quindi per discipline come corsa, ciclismo, canottaggio o lo sci di fondo, sia associata ad un miglioramento nel rendimento dell’attività. Il ritmo musicale può regolare il movimento e quindi prolungare la performance; la sincronizzazione dei movimenti con la musica permette all’atleta di svolgere la sua a attività in modo più efficiente, ancora una volta con un conseguente miglioramento della resistenza.
In uno studio del 2008 si confrontarono individui che andavano in bici a tempo (in sincronia) con della musica con altri che facendo lo stesso lavoro avevano solamente della musica e/o dei suoni di sottofondo (asincronia), questi ultimi necessitavano del 7% in più di ossigeno. (Bacon, Myers, & Karageorghis, 2008). La musica fornisce infatti dei “riferimenti” temporali che possono rendere la spesa energetica dell’atleta più efficace.
In un altro studio del 2009 effettuato nei laboratori del Research Institute for Sport and Exercise Sciences di Liverpool, 12 ciclisti hanno pedalato sull’ergometro ascoltando una compilation di sei brani musicali di circa 25 minuti per tre volte. Una caratterizzata da brani con un “tempo” normale, le altre con “tempi” aumentati rispettivamente del 10% o diminuiti del 10%. Alla fine di ogni esercizio sono stati misurati alcuni parametri, quali: distanza percorsa, potenza media sviluppata, cadenza di pedalata e frequanza cardiaca. Il risultato è stato che con la compilation “accelerata” gli atleti hanno migliorato tutti i parametri misurati: la distanza coperta del 2,1%, la potenza media del 3,5%, e la cadenza dello 0,7%, mentre utilizzando la compilation più lenta si è evidenziato un calo rispettivamente del 3,8%, del 9,8% e del 5,9%. Le variazioni della frequenza cardiaca media sono state del + 0,1% (tempo più veloce) e -2,2% (tempo più lento). Anche la fatica percepita era diminuita all’aumentare del tempo musicale. Di interessante c’è anche che gli atleti più allenanti tendevano a scegliere spontaneamente le compilation “accelerate” dopo averle ascoltate prima dei test.
Conclusioni
In questo articolo vi ho illustrato come diversi studi dimostrano come la musica può influenzare in diverse maniere sia l’allenamento che la competizione con effetti quantificabili e significativi, aumentando quantità e qualità dell’esercizio. Attenzione però che può essere un’arma a doppio taglio: aiuta a dare di più, ma non sempre questo è lo scopo del nostro allenamento; la scelta della playlist quindi deve essere scelta con ragione, bella musica si, ma funzionale al training.
Occhio poi che quando si pedalata su strade trafficate le cuffiette possono essere pericolose.
FONTI:
Effects of music tempo upon submaximal cycling performance – Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports – 2009 Sep 28
Musica E Sport | 5 Modi In Cui La Musica Influenza L’Attività Fisica – Leonardo Cesanelli