“Il ciclismo non è matematica”, ha detto Alberto Contador dopo aver superato il traguardo dell’Aprica. Pura verità! Ed è proprio quando non è matematica che un impresa diventa leggenda: “Queste sono il genere di tappe che la gente ricorda.”
Bloccato da una foratura, Contador è stato costretto ad un inseguimento frenetico, per l’attacco incrociato di Katusha e Astana, ha dovuto tirar fuori gli artigli sul mitico Mortirolo per completare la “remontada”.
Contador ha iniziato il Mortirolo con 52 secondi dal gruppo di testa, ridotto a un sparuto numero di corridori: Landa, Aru e Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo), dopo soli pochi chilometri. Ma Come la pendenza si irrigidì, Contador ha cominciato a danzare sulla bicicletta come solo lui sa fare. Inevitabili i paragoni con la rimonta di Marco Pantani sulla salita di Oropa nel 1999 al Giro.
Anche se, il 45:07 fatto segnare dallo spagnolo per scalare gli 11,85 chilometri del Mortirolo, sembra sminuire la prestazione di Contador se paragonato ai 43 minuti di Pantani nel 1994 (o addirittura al 42:40 di Ivan Gotti al Giro del 1996), ma qui, ha comunque scalato la salita molto più veloce di chiunque altro, con solo Kruijswijk e Landa sotto il minuto.
“Ho pensato alla difficoltà davanti a me. Sapevo che non potevo più permettermi di avere problemi meccanici”, ha detto Contador.
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Se non ricordi come la tappa è finita, guarda il video.